Mercoledì 17 febbraio alle 19.08 ora di Greenwich si formerà la prima quadratura esatta fra Saturno in Acquario e Urano in Toro.
Si tratta di un aspetto che nel 2021 si ripeterà per altre due volte, rispettivamente il 14 giugno e il 24 dicembre.
Poiché Saturno rappresenta le consuetudini e Urano il rinnovamento, potrebbe crearsi un pesante conflitto fra la tentazione di guardare in avanti, verso sviluppi futuri che andranno ben al di là della nostra immaginazione, e quella di guardare all’indietro, verso le tradizioni, gli antichi costumi e i valori di una volta.

Il ciclo sinodico Saturno-Urano richiede 45 anni per giungere a compimento.
La fase attuale ha preso il via con una congiunzione fra i due pianeti a 29° Sagittario il 12 febbraio 1988, e si concluderà il 28 giugno 2032, quando entrambi si incontreranno a 28° Gemelli, grado che nella ruota dello Zodiaco si oppone a 29° Sagittario, dove il ciclo del 1988 ha avuto inizio.
Quando le energie di Saturno e Urano si scontrano le scintille sono assicurate, perché Urano vuole smantellare un mito tipicamente saturnino: il padre come colonna dell’ordine domestico e sociale, ma anche come veicolo della tradizione e dell’esperienza fra le diverse generazioni.
Nel mito Saturno è infatti il figlio di Urano (il Cielo) e di Gea (la Terra), ma di tutti i figli è senz’altro il più ombroso, visto che odia il padre, colpevole non solo di possedere ogni notte la madre, ma anche di tenere prigionieri sia lui che i suoi fratelli, per paura di essere spodestato dal regno divino.
Quando la situzione diventa insostenibile, Gea tira fuori dalle sue viscere del ferro e costruisce una falce, spiegando ai figli come usarla per evirare l’insaziabile sposo.
L’unico a compiere il clamoroso gesto si rivelerà però Saturno, che taglierà il pene del padre dopo avergli teso un agguato.
E il pene, come tutti sanno, è lo strumento di potere fallocratico per eccellenza. Tagliarlo non significa soltanto cancellare ogni traccia di virilità, ma cancellare simbolicamente il ruolo del Padre e rendere le funzioni maschili sempre più indistinte da quelle femminili, come se non esistesse alcuna differenza sostanziale fra l’essere uomo e l’essere donna.
CHI É CHI?
Nel Tema di questo quadrato fra Saturno e Urano, la crescente inversione dei ruoli sociali e affettivi è peraltro confermata dal Sole a 29°Acquario, che proprio il giorno successivo, il 18 febbraio, farà il suo ingresso in Pesci…e sia l’Acquario che i Pesci vogliono menti aperte, malleabili, libere dai vecchi pregiudizi, perché la vita è in continua trasformazione e fibrillazione.
Tutti devono avere gli stessi “diritti”, tutti devono avere la possibilità di fare tutto: gli uomini quello che fanno le donne, le donne quello che fanno gli uomini, la tecnologia quello che fanno gli uomini e le donne insieme, senza privilegi e discriminazioni di sorta.
La mancanza dell’elemento Fuoco e la carenza di quello d’Acqua potranno inoltre farci oscillare fra l’accettazione del pensiero dominante, privilegiando il pacifico stare nel gregge per non essere emarginati, e la scelta di ribellarci invece al “sistema”, anche se la cosa risulterà scomoda e richiederà una certa dose di coraggio.
Ma con il nodo Nord culminante al Medio Cielo, che è il punto più elevato del Tema di nascita e dà origine alla decima Casa, sembra che per esercitare la nostra libertà di decidere, di volta in volta, cosa sarà giusto e cosa non sarà giusto fare, dovremo tirar fuori la stoffa degli scalatori, sfidando le vette senza temere la solitudine che potrà derivarne.
In caso contrario saremo risucchiati dal bisogno di sicurezza affettiva e di protezione che deriva dal nodo Sud in quarta, e ciò significherà evitare di assumerci dei rischi ma anche di esporci, nel timore che il prezzo da pagare sia troppo salato.
A LIVELLO PERSONALE
Se nel nostro Tema di nascita ci sono pianeti o punti sensibili (Ascendente o Medio Cielo) compresi fra 5° e 9° Toro, Leone, Scorpione o Acquario, circostanze al di fuori del nostro controllo potranno limitare il desiderio di esprimerci con la massima libertà e indipendenza.
Poiché la voglia di ribellarci a questi ostacoli sarà fortissima, dovremo sforzarci di coltivare l’arte della pazienza, imparando a gestire lo stress e la frustrazione che deriveranno dall’impossibilità di essere davvero noi stessi, visto che “perdere la pazienza significa perdere la battaglia”. Firmato, Gandhi.
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